Fonoisolanza e fonoassorbenza

La differenza spiegata semplice

09 gennaio 2023

In sintesi, quando provi fastidio nel sentire il riverbero di suoni provenienti dall'interno tuo ambiente hai un problema di fonoassorbenza, mentre quando invece provi fastidio nel sentire suoni provenienti da un ambiente esterno hai un problema di fonoisolanza (detta anche fonoimpedenza), e per risolverli servono due tipi di interventi completamente diversi. 

Il riverbero è misurato in secondi con un indice chiamato T60, che è il tempo che l'energia sonora diminuisce di 60 decibel rispetto al valore massimo raggiunto: in parole povere è il tempo impiegato da un suono ad estinguersi. 

Spoiler: la normativa indicativamente prevede tempi di riverbero tra 0,5 e 1 secondo.  

Il riverbero si riduce introducendo nell'ambiente materiale fonoassorbente, tipicamente pannelli che possono essere a muro a soffitto o free standing. La fono assorbenza, cioè la capacità di un manufatto di ridurre il riverbero, vale a dire la sua capacità di assorbire un'onda sonora, invece è indicata con la lettera alfa (α) ed è un numero compreso tra lo zero di un materiale completamente riflettente e l'uno di uno capace di assorbire completamente il suono. Secondo la norma UNI EN ISO 11654:1998 i pannelli fono assorbenti sono divisi in classi che vanno dai migliori in classe A a scendere.

αw 

Classe di fonoassorbimento

0.95 – 0.90

 A 

0.85 – 0.80

 B 

0.75 – 0.70 – 0.65 – 0.60

 C 

0.55 – 0.50 – 0.45 – 0.40 – 0.35 – 0.30

 D

0.25 – 0.20 – 0.15

 E 

0.10 – 0.05 – 0.00

Non classificato (riflettente)

TABELLA 1

Il fatto che qualunque pannello fono assorbente non potrà mail avere un alfa (α) superiore a 1 significa che un intervento di fono assorbenza non potrà mai ridurre i decibel della fonte sonora originale. Quello che i pannelli fono assorbenti possono fare egregiamente è ridurre la quota di decibel legati al riverbero, che incontrollati si sommano confusamente a quelli del suono originario, ma di di sicuro non possono abbassare la voce dei vostri colleghi, il rumore delle stampanti o magari il volume della musica di sottofondo, fonti sulle quali se non si ha possibilità di intervenire direttamente sui decibel emessi, necessariamente devono essere confinate con un intervento fonoisolante. Una preziosa indicazione sulla natura dell'intervento necessario la dà il Manuale operativo del D.lgs. 81/2008 coordinato col 106/2009 (richiamato poco oltre), dove al punto 2.2  letteralmente è scritto che "per interventi che richiedono una riduzione maggiore a 10 decibel "non ha senso ipotizzare un trattamento fonoassorbente ambientale."

La fonoisolanza invece, cioè la capacità di un divisorio di ridurre la "forza" di un suono tra due ambienti (dove un ambiente può essere anche l'esterno), è misurata in decibel con un indice chiamato resistenza (R) che più è alto meglio è. Altro spoiler: la normativa indicativamente prevede un R di 50 dB.

Negli ambienti di lavoro i problemi legati al rumore sono gli articoli dal 187 al 198 contenuti al CAPO II - PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE DURANTE IL LAVORO del D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Testo coordinato con il D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106 meglio conosciuto come TESTO UNICO SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO. In particolare il comma 4 dell'art. 192 contiene il rimando a due preziosi riferimenti: il Manuale operativo con le relative “Schede di Approfondimento”

Nel manuale operativo, limitandoci per brevità solo agli uffici, per far sì che il rumore non interferisca con le attività svolta l'art. 4.1.1. prima suggerisce partizioni a vano chiuso rispetto a quelle con altezza limitata al controsoffitto, poi indica in 45 il livello massimo di decibel in ambienti dove è richiesta concentrazione, in 55 in quelli dove si svolgono lavori di routine e in 65 negli open space con un rumore di fondo (cioè quello proveniente dall'esterno) mai superiore a 40 decibel per gli uffici singoli e 45 per gli open space. Inoltre vengono suggeriti tempi di riverbero tra 0,5 e 1 secondo in base alle grandezze degli ambienti e relativa destinazione. Infine, ricordando che i tramezzi interni che devono garantire la riservatezza delle conversazioni non sono soggetti a nessun vincolo legislativo, viene suggerito un isolamento acustico simile di a quello previsto per per gli uffici scolastici pari a 40 D (o 50 Rw per aver un dato utilizzabile nella seguente TABELLA 3).

Per la fonoisolanza in Italia la legge di riferimento è la 477 del 1995, che per gli aspetti tecnici rimanda alle normative UNI EN 20140, UNI EN ISO 140 e al DPCM 5.12.97. La legge divide gli edifici nelle seguenti categorie

Categoria A
edifici adibiti a residenza o assimilabili;

Categoria B

edifici adibiti ad uffici ed assimilabili;

Categoria C

edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili;

Categoria D

edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili;

Categoria E

edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;

Categoria F

edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili;

Categoria G

edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili.

TABELLA 2

e per ogni categoria la legge stabilisce la fono isolanza tra due distinte unità immobiliari misurandola in termini di Resistenza (R). Poiché la fono isolanza varia in base alle frequenze dei suoni, cioè quelli più bassi attraversano i divisori più di quelli alti, la normativa (nel dettaglio il DPCM 5.12.97) nel tentativo stabilire una misura più chiara ha stabilito un indice generale di resistenza chiamato Rw.

Categoria dell’edificio

Rw (*)

1. D

55

2. A, C

50

3. E

50

4. B, F, G

50

TABELLA 3

 Il fatto che la legge si occupi del rumore tra un'unità immobiliare e quello che proviene dal suo esterno è comprensibile ma crea un problema. E' comprensibile perché il legislatore quando parla di fono isolanza vuole occuparsi solo della qualità dei muri esterni che devono garantire un certo isolamento dall'ambiente esterno e delle liti condominiali, ma non di quelle tra conviventi. Il problema è che quando i conviventi non sono congiunti ma per esempio colleghi, la soluzione del problema è lasciata in buona sostanza alla discrezione del datore di lavoro, che dovrà valutare se il costo dell'intervento richiesto supera o meno quelli legati allo stress e alla mancanza di concentrazione dei propri dipendenti.

L'indice del potere fonoisolante dei vari divisori di uso più comune varia notevolmente

Tipo di divisorio

Rw

Parete di mattoni piena intonacata (s=12 cm, p=220 kg/m2)

45

Parete di mattoni piena intonacata (s=24 cm, p=440 kg/m2)

54

Parete di mattoni forati (s=28 cm)

57

Parete in calcestruzzo intonacata (s=18 cm, p=440 kg/m2)

54

Parete in calcestruzzo (2 strati di 5 cm, separati da intercapedine di 2,5 cm)

49

Parete in calcestruzzo (2 strati di 7,5 cm, separati da intercapedine di 7,5 cm)

52

Divisorio in gesso-perlite (s=5 cm, p=49 kg/m2)

33

Divisorio in gesso-perlite (s=6,3 cm, p=107 kg/m2)

34

Parete mobile

29

Parete mobile munita di pannelli vetrati (cristallo 7-9 mm di spessore)

26

Parete mobile munita di pannelli vetrati con doppio cristallo (2 lastre uguali distanti 1 cm)

25

Parete mobile munito di pannelli vetrati con doppio cristallo (2 lastre di diverso spessore distanti 4 cm)  

32

Doppia finestra

36

TABELLA 4                                     

Posto che l'efficacia fonoisolante di un divisorio è sempre direttamente proporzionale alla sua massa (più il "muro" è grosso meglio è) e alla sua ermeticità (il "muro" deve creare due ambienti completamente separati senza "buchi" dai quali il rumore può filtrare come controsoffiti, pavimenti galleggianti o aperture in prossimità degli infissi), l'interposizione di pannelli fonoisolanti, migliorano sensibilmente la resa acustica delle partizioni. Infatti il potere fonoisolante delle pareti così composte in pratica è pari alla somma del potere isolante delle sue singole componenti.

Visto infine che il suono si propaga per via diretta (quando non ci sono divisori), aerea (quando il suono incide su una parete e la attraversa) o strutturale (tipicamente i passi sul pavimento), per isolare bene acusticamente una stanza, per evitare di spendere soldi inutilmente è molto importante prendersi cura dei dettagli. 

Concludendo, se si deve risolvere un problema di riverbero o isolamento acustico il suggerimento generale è senz'altro quello di inserire pannelli fonoassorbenti nel primo caso e realizzare le necessarie pareti fonoisolanti nel secondo, mentre quello particolare è di non lesinare sui metri quadri di pannelli fonoassorbenti nel primo caso e di tenere bene in considerazione la natura del pavimento e dei soffitti esistenti nel secondo. 

Se invece serve un preventivo su su misura...